Il Pri voterà a favore delle misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza dello smaltimento dei rifiuti Campania: aspettando i termovalorizzatori Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile, lunedì 16 giugno 2008. Dichiarazioni alla Camera di Francesco Nucara. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, il Partito Repubblicano Italiano voterà a favore del provvedimento, e non solo perché appartiene alla maggioranza parlamentare, ma per un'attenta valutazione del merito che spinge in questa direzione. Del resto, le argomentazioni portate dalle opposizioni non sono tali da determinare un ripensamento. Sullo sfondo, vi è la drammatica situazione di Napoli, una città che, per la sua storia, per le sue bellezze naturali e monumentali e per la sua cultura, non merita certo le immagini che i media di tutto il mondo hanno diffuso: una città sommersa dai rifiuti, dove è impossibile vivere se non a rischio di malattie ed epidemie. Speriamo che questo non accada, ma il caldo imminente preoccupa per le conseguenze che potrebbe determinare. Ad ogni modo, la vita di migliaia di cittadini è resa già impossibile per i miasmi che si sprigionano e per il fenomeno della diossina, per non parlare delle altre mille sostanze ancora più pericolose che rischiano di sprigionarsi. Si tratta, dunque, di una situazione allarmante, resa ancora più drammatica dal lungo periodo di inedia che ha caratterizzato l'amministrazione locale, incapace in tutti questi anni di aggredire un fenomeno da troppo tempo annunciato. Per questi ritardi non vi sono scuse. Essi dimostrano, semmai, che non basta l'uniformità del colore politico delle giunte locali per risolvere i problemi, specie quando le coalizioni sono state costruite per vincere le elezioni, ma non per governare. Al di fuori questo, resta comunque un problema di carattere più generale: Napoli è oggi il sintomo emblematico di mali più profondi; incarna il malessere accresciuto di tutto il Mezzogiorno che non riesce ad ottenere l'attenzione che merita. Tutti i dati a nostra di-sposizione dimostrano che i divari territoriali, anziché diminuire, si sono accresciuti: mancanza di risorse, carenza delle politiche di sviluppo, incapacità nell'aggredire i nodi strutturali di una società che potrebbe offrire al Paese intero una nuova e rinnovata occasione di crescita. Il decreto-legge al nostro esame dovrebbe costituire il momento di una riflessione più ampia, capace di offrire al popolo del Mezzogiorno un momento di speranza e anche di attenzione. Non dimentichiamo, infatti, che la base elettorale del Governo è rappresentata soprattutto dal voto del Mezzogiorno, come correttamente ha riconosciuto l'onorevole Cicchitto nella sua dichiarazione di voto nel corso del dibattito sulla fiducia al Governo: speriamo solo che nel seguito della legislatura di ciò si abbia contezza. Napoli, però, rappresenta anche la punta di un iceberg la cui base è ancora sottotraccia. Fenomeni come quello di cui stiamo discutendo sono latenti in gran parte delle città italiane: a Palermo si sono già manifestati e a Roma potrebbero emergere quanto prima, specie se non si farà fronte ai problemi aziendali e gestionali delle imprese chiamate a gestire il ciclo dei rifiuti. Ecco, allora, che dalla soluzione che saremo in grado di garantire alla città di Napoli dipenderà un'intera filiera: se riusciremo a liberare Napoli dalla spazzatura avremo una maggiore probabilità che il fenomeno non si replichi in altre città italiane. Tutto ciò spiega l'urgenza, ma anche la necessità di una grande attenzione verso le soluzioni che il decreto-legge individua, che andranno poi gestite con intelligenza e, soprattutto, determinazione. Qualche segnale negativo (mi riferisco alla compresenza di materiale radioattivo) si è già manifestato, suscitando allarme e preoccupazione non solo nella cittadinanza napoletana, ma in tutta Italia. Risolvere il problema significa far fronte all'emergenza ricorrendo alle soluzioni, anche di carattere straordinario, recate dal decreto-legge, consapevoli, tuttavia, della necessità di accelerare al massimo la realizzazione delle misure di carattere strutturale che consentiranno, in via esclusiva, di porre un punto e a capo all'intera questione. Mi riferisco, come è evidente, alla realizzazione di nuovi termovalorizzatori, senza i quali il problema, nonostante la raccolta differenziata (che comunque è necessario coltivare) è destinato a ripresentarsi. Su tale aspetto vorrei, tuttavia, sollecitare il Governo a compiere un più vasto giro di orizzonte. Mi risulta che all'estero si stiano sperimentando nuove tecnologie per la trasformazione dei rifiuti in risorse energetiche. Non si tratta soltanto dei tradizionali inceneritori, ma di qualcosa di più avanzato in grado di utilizzare tecniche ibride (calore più enzimi), con risultati di maggior eccellenza. Uno di tali sistemi è caratterizzato dalla cosiddetta pirolisi che ha, tra l'altro, il pregio di dimensionare gli impianti in funzione alle esigenze locali; se non vado errato, qualcosa di simile è stato sperimentato in qualche comune italiano. All'estero, invece, ulteriori perfezionamenti tecnologici sono in grado di produrre come derivati sostanze energetiche particolarmente pregiate. Sono convinto che il Governo non lascerà intentata alcuna strada. Nel frattempo, è necessario affrontare l'emergenza. Tornando al decreto-legge, vorrei richiamare l'attenzione del Governo su due proposte di modifica in particolare. Per ciò che attiene la città di Napoli, è necessario farsi carico dei riflessi economici (specie per il turismo) che l'accumulo di immondizia ha determinato. In una città già afflitta da rilevanti problemi sociali non sarebbe male se il Governo disponesse, almeno, la sospensione dei pagamenti relativi alle imposte che gravano sulle attività economiche connesse con il turismo. La proposta emendativa che a tale proposito abbiamo presentato in Commissione è stata dichiarata inammissibile: mi auguro che la Presidenza della Camera, facendosi forte anche di molti precedenti, possa esprimersi nel senso dell'ammissibilità della proposta e ciò possa indurre anche il Governo ad accettarla, poiché essa non presenta difficoltà connesse a una maggiore spesa. Aggiungo, infine, due ulteriori proposte. Per quanto riguarda l'istituendo segretariato generale, ritengo che sarebbe il caso di soprassedere. Personalmente sono favorevole all'istituzione di segretari generali in tutti i ministeri; tuttavia, nel caso in questione, pur comprendendo la ratio della norma, ritengo che a ciò si potrebbe provvedere in un secondo momento attraverso il regolamento di organizzazione del Ministero, al fine di evitare di ricorrere a un provvedimento di carattere legislativo che condizionerebbe la futura struttura del Ministero limitando l'azione dei successivi responsabili politici. Per ciò che riguarda, infine, quanto previsto dall'articolo 16, comma 1, del decreto-legge al nostro esame, ritengo che sarebbe opportuno estendere la portata della norma anche al personale non dirigente; anche tale ipotesi non comporterebbe oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. Infine, signor Presidente, desidero complimentarmi con il sottosegretario Bertolaso, che ha fatto finire l'emergenza nella mia Calabria. Mi auguro che questo sia il primo passo, che la Calabria sia la prima regione che possa fare da battistrada, da mosca cocchiera per far finire l'emergenza in tutte le regioni d'Italia. |